Si leggono in internet tante cose sul canis pugnax, cose che sono in netto contrasto con il nostro pensiero e su cui, dato il nome che abbiamo scelto, riteniamo sia il caso di fare qualche commento.
Il termine canis pugnax lo si ritrova associato a quello del cane corso, razza più giovane, certamente parente del mastino napoletano, ma che è una razza oramai ben distinta, diversa sia nella struttura che nel carattere.
La prima cosa da chiarire è che noi consideriamo queste due magnifiche razze italiane esattamente quelle che sono: due magnifiche razze, separate e distinte, da allevare e selezionare in purezza, pena la perdita e l’annacquamento delle caratteristiche di tipo, sia estetiche che caratteriali.
Ma torniamo al canis pugnax. Questo nome spesso viene associato, in modo del tutto erroneo, ad un presunto “cane da guerra” romano, cane da guerra di cui però non risulta affatto l’esistenza nelle testimonianze degli storici latini.
Il motivo di questa confusione, viene da pensare, è solo una errata comprensione del termine “pugnax”.
“pugnax” significa pugnace, combattivo, aggettivi applicabili certamente ai due molossi italiani, ma totalmente avulsi dal contesto “guerresco”. Basta pensare per un attimo al De Bello Gallico per rammentare che guerra in latino è bellum, termine che nulla ha a che fare con pugnax.
Se è vero che un guerriero doveva essere “pugnace”, non è altrettanto vero che tutti i “pugnaci” fossero guerrieri.
Il famoso quanto privo di riferimenti storici “cane da guerra romano” o “cane del legionario” è una semplice invenzione dei nostri tempi, basti pensare ai meticolosi resoconti scritti della economia dell’esercito romano, in cui non solo per ciascuna unità, ma persino per ciascun singolo elemento venivano scrupolosamente indicate e valutate le necessità, compresa la quantità di acqua da recare appresso nei diversi spostamenti.
Questo non stupisce affatto, essendo l’esercito romano un esercito a tutti gli effetti professionale, con costi ed approvvigionamenti scrupolosamente indicati e contabilizzati.
La mancanza di approvvigionamenti per i presunti cani da guerra lascia una unica risposta a chi la vuol vedere: nell’esrcito romano non esistevano affatto cani da guerra organizzati in quelle che chiameremmo oggi “unità cinofile”.
Scrupolosamente calcolati ed indicati erano anche i tempi e le modalità di addestramento: nemmeno in questi resoconti compaiono i fantomatici cani da guerra che, se vogliamo pensare davvero ad un utilizzo di cani durante le battaglie, avrebbero invece dovuto essere perfettamente addestrati. In che modo, altrimenti, avrebbero fatto distinzione fra soldati delle truppe nemiche e commiltoni? In che modo sarebbero stati utilizzati senza essere in alcun modo nutriti ed addestrati dai legionari romani?
Essendo un esercito organizzato, inoltre, non può sfuggire nemmeno che a questi presunti “cani da guerra romani”, i Romani che avevano termini precisi per gli elementi dell’esercito, che chiamavano con nomi precisi non solo le legioni o le centurie, ma anche il carro da guerra (essédum), la tromba di guerra (classicum) o addirittura il suono della tromba di guerra (bellicum), ai cani “bellici”… perchè “guerra” è “bellum” e non “pugna” non avessero dato alcun nome.
Quindi, pur se potrebbe sembrare meno grandiosamente epica, la definizione di canis pugnax si riferisce non al tipo di utilizzo, ma si riferisce invece alle peculiari caratteristiche comportamentali del cane, peraltro non indicate dai Romani.
Così come per il Bella Pugnax, ad esempio, così chiamato per la sua natura tipicamente aggressiva nei confronti dei conspecifici.
Così come per il Philomachus Pugnax, i cui maschi nel periodo degli accoppiamenti si ritrovano in zone destinate al combattimento dove si sfidano.
Così come per il Troglohyphantes Pugnax, la cui popolazione è composta principalmente da maschi.
Il primo è un pesce, il secondo un uccello, il terzo un ragno… e il fatto che nessuno dei tre venga scambiato per un animale “usato in guerra” dai Romani fa riflettere molto su quanto, e in modo del tutto irrispettoso della natura dei nostri cani, si proiettino su di loro sentimenti del tutto umani, totalmente alieni ai cani.
Gloriarsi del “cane da guerra” è totalemente irrispettoso della profonda alterità del cane,tanto quanto lo è trattarlo come un pupazzo.
Tornando quindi ai nostri molossi, il significato di Pugnax è chiaro a chiunque li conosca davvero, a chiunque sappia guardare il cane e non la sua propria proiezione: sono cani con cui è pericoloso giocare con leggerezza, sono cani vigili ed attenti, sono cani che non si ritraggono di fronte ad pericolo.
Nel caso specifico del Mastino Napoletano, sono anche cani che non amano molto i loro conspecifici.
Con buona pace dei bellicosi, Canis Pugnax non significa “cane da guerra” ma Cane Pugnace, che è tutt’altra cosa.
morena
